Non ho mai visto un bambino non sorridere durante il giro giro tondo e ancora meno ne ho visto qualcuno che, mano nella mano con il suo compagno, non abbia girato a più non posso, per finire seduto a terra.
In realtà è l'adattamento di un'altra filastrocca , di origine inglese, che risale al Seicento: “Ring a ring a Roses A pocketful of posies Tishoo, tishoo We all fall down!”. Questo gioco infantile descriveva il decorso della peste del 1665, che spopolò Londra. «Ring a ring a Roses», la collana di rose, erano i bubboni che comparivano prima attorno al collo, mentre ci si riempiva le tasche di erbe odorose (A pocketful of posies), credendo che certi aromi ci proteggessero dal contagio purificando l'aria. “Tishoo tishoo” era invece lo starnuto che indicava che la persona era stata contagiata e si finiva giù per terra (We all fall down), non con la giocosità dei bambini ma per l'arrivo della morte che colpiva, repentina, in seguito a un movimento qualunque del malato.
Il fatto che una così gioiosa filastrocca, custodisse così turpi misteri non lo si conosce; forse un modo di esorcizzare una difficoltà alla quale era difficile scampare per mezzo del sorriso dei bambini; un paradosso che contrappone la vitalità dei bambini alla morte paralizzante della peste.
Anche se preferisco il senso infantile che nella tradizione moderna ci mettiamo, quell'affidarsi alle mani del nostro compagno che ci trascinerà in un vorticoso ballo dal quale non è possibile uscire se non a gambe all'aria.
18/12/2020
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