Chiunque abbia visto insieme un animale domestico e un bambino non può non aver fatto caso al comportamento “diverso” che l’animale assume: è più paziente, si lascia “maltrattare” senza reagire, come se fosse consapevole che non gli verrà fatto veramente del male.
Un'indagine recente non solo conferma il legame del tutto speciale tra i cani e gli umani, ma spiega anche la specificità delle reazioni dei primi. Rispetto, per esempio, ai gatti infatti, un cane sa rispondere alla voce del suo padrone eseguendone gli ordini, cosa che un gatto non farebbe mai. Pubblicato su ‘NeuroImage’, lo studio ha scoperto come il cervello canino reagisca al padrone esattamente come un bambino alla madre.
A spiegarcelo è Konrad Lorenz, padre dell’etologia: è stato lui, nel 1943, a coniare il termine “baby schema”. Il baby schema è l’insieme delle caratteristiche facciali, fisiche e comportamentali che stimolano nell’adulto cure parentali: occhi grandi, viso tondo, andatura goffa, forme arrotondate, pelle morbida, vocalizzi e comportamento “giocherellone” sono solo alcuni dei segnali che i mammiferi intercettano e riconoscono.
L’essere umano reagisce istintivamente al baby schema intenerendosi e in una situazione di pericolo protegge il piccolo: nello stesso modo lo schema provoca affetto positivo e diminuzione dell’aggressività anche negli altri mammiferi e in alcuni tipi di uccelli.
09/10/2021
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