L’hanno chiamata in tutti i modi: “malattia della bella addormentata”, “stato catatonico”, “apatia” eppure definire esattamente la “uppgivenhetssyndrom” (in inglese Resignation syndrome), letteralmente “Sindrome della rassegnazione” continua ad essere complicato perché, ancora oggi, questo disturbo che sembra affliggere solo i figli dei migranti in Svezia, rimane in larga parte un mistero.
A soffrirne sono prevalentemente bambini e ragazzi tra gli 8 e i 15 anni che improvvisamente cadono in uno stato di torpore profondissimo, incapaci di rispondere a qualsiasi stimolo vitale, faticano a svegliarsi e sono costretti a nutrirsi con un sondino.
le cause non sono chiare, così come non è chiaro perché la malattia sia stata identificata solo in Svezia, si ritiene che la sindrome colpisca prevalentemente i bambini e gli adolescenti con una storia di migrazione, soprattutto se il processo di richiesta del permesso di soggiorno si rivela particolarmente lungo e complicato.
Spesso si considera un fattore scatenante il rifiuto della domanda di residenza e, secondo diversi specialisti, garantire un permesso di soggiorno alla famiglia dei malati, aiutandoli così ad una stabilizzazione, contribuirebbe al miglioramento della loro condizione.
Il primo picco della sindrome, nei primissimi anni duemila. Nel 2005 erano stati registrati oltre 400 casi. I più colpiti: i figli delle famiglie provenienti dall’ex-Unione Sovietica e dalla ex- Yugoslavia. In un rapporto commissionato dal governo svedese nel 2006 e realizzato da un team di psicologi, sociologi e scienziati politici veniva ipotizzato che la sindrome fosse legata ad un elemento culturale, un disturbo psicologico endemico legato ad una società specifica.
09/05/2021
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