Ecco cosa dice il Codice penale: «Chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale l’identità, lo stato o altre qualità della propria o dell’altrui persona, è punito con la reclusione da uno a sei anni».
Ma chi non si è mai inventato una storia da raccontare a mamma o papà quando veniva beccato con le mani nella marmellata? O quando voleva andare a quella festa vietata e prendeva dal repertorio delle cose impossibili la prima cosa impossibile a portata di mano, a cui i genitori hanno fatto finta di credere solo per fare contenti i figli? Da grandi, però, le cose cambiano: che le bugie facciano crescere il naso esiste solo in una favola. Le bugie possono portare non nel paese dei balocchi ma in quello delle grate alle finestre, cioè in galera. Chi le ha sottovalutate in certi contesti non sa cosa rischia chi dichiara il falso. È un reato che può costare molto caro.
Nell’immaginario collettivo, forse per colpa dei troppi film che si vedono alla tv, la falsa testimonianza viene identificata con il testimone che, durante un processo, dice quello che gli hanno detto di dire o quello che gli fa comodo. Anche questo è vero. Ma non è solo in tribunale che può scattare questo reato. Si può dire falsa testimonianza anche a bordo di un treno, in un ufficio comunale, durante un concorso pubblico.
Può sembrare una domanda banale, ma da un punto di vista legale non lo è affatto. A volte, è quando si ha di fronte una persona con la quale si inventa una scusa per uscire da una situazione imbarazzante o compromessa, che senza rendersene conto si sta dichiarando il falso ad un pubblico ufficiale. Lo stesso vale per chi ti ferma dopo che hai commesso un’infrazione, magari in giro in zona rossa senza avere una valida giustificazione
La prima cosa che ti viene in testa per tentare di evitare la multa, la butti lì. Magari inventi delle scuse, delle necessità improvvise improrogabili. Menti? Stai dichiarando il falso ad un pubblico ufficiale. A tuo rischio e pericolo.
30/03/2021
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