Spesso la nostra aspettativa è che i bambini facciano i compiti velocemente e magari anche tutti corretti. Può capitare di arrabbiarsi con il figlio, sgridarlo, accusarlo di scarso impegno o studio, punirlo o ricattarlo in vari modi, o addirittura svolgere i compiti al posto suo per porre fine alle liti.
Tuttavia nella maggior parte dei casi queste reazioni sono controproducenti perché si rischia di irrigidirli.
Per rompere questo circolo vizioso è necessario andare un po’ incontro al bambino cercando di capire quali sono i motivi che stanno alla base di un tale comportamento e perché non vuole svolgerli volentieri.
La soluzione alle nostre domande non è molto differente da quello che vogliamo noi adulti, anche loro vogliono svolgere le operazioni di studio ottenendo una soddisfazione personale e non un premio che compiaccia genitori ed insegnanti. Hanno bisogno di sentirsi “capaci” di svolgerli, sono sicuri che con un po’ di sforzo li può portare ad un ottimo risultato.
In termini psicologici il bambino fa volentieri i compiti se il suo funzionamento cognitivo è adeguato alle richieste del compito, se sa controllare bene la paura di fallire o di deludere qualcuno, se riesce ad avere una buona autostima e fiducia nelle proprie capacità ed in fine se acquisisce un buon metodo di studio.
23/12/2020
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