Il viaggio nella profondità che è anche un viaggio nel tempo, ai piedi dell’Adamello. Si è conclusa la prima fase del progetto ADA270, che prevedeva il prelievo di più di 200 metri di carote di ghiaccio dal Pian di Neve, per avere informazioni atmosferiche, climatiche e ambientali, e la posa di fibre ottiche all’interno del foro per studiare i movimenti futuri e le variazioni di temperatura del ghiacciaio.
Un progetto che nasce da lontano, circa due anni fa, da un’intervista che Lino Zani, come autore e co-conduttore di Linea Bianca, fece a Valter Maggi, glaciologo e professore all’Università degli Studi di Milano Bicocca.
Sull’Adamello, parlando di ghiacciai, Maggi spiegava come nel 2016 un satellite avesse individuato in quel luogo uno spessore di 270 metri di ghiaccio. “Io non ci credevo, non pensavo fosse possibile ci fosse ancora tutto quel ghiaccio sul Pian di Neve, ormai in questi ultimi vent’anni ne era andato via così tanto… Poi mi ricordavo che addirittura quando ero ragazzo e portavo da mangiare a quelli che facevano le misurazioni sul ghiacciaio, mi parlavano di 240-250 metri, ma si trattava di cinquant’anni fa”, ricorda Zani, promotore e ideatore del progetto ADA270.
Quindi, perché non provare a estrarre questo ghiaccio e studiarlo? L’aspetto critico è stato la ricerca dei fondi, inizialmente ci si è rivolti alla Comunità Montana di Valle Camonica, per poi passare alla Regione Lombardia. Infine sono intervenuti anche alcuni sponsor privati che hanno creduto in questo progetto ed è stato possibile realizzarlo
10/05/2021
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