Siamo quasi alla festa del Papà e visto che la situazione non è molto differente da quella dell'anno scorso, mi piace riprendere l'appello fatto da Papa Francesco, nella Lettera Apostolica “Patris corde” nel 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale: «In San Giuseppe, Gesù ha visto la tenerezza di Dio, quella che ci fa accogliere la nostra debolezza, perché è attraverso e nonostante la nostra debolezza che si realizza la maggior parte dei disegni divini. Solo la tenerezza ci salverà dall’opera del Maligno».
Papa Francesco ribadisce «tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in seconda linea hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine».
Come scrive ancora Papa Francesco, «il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione».
Un Padre consapevole che rinuncia alla tentazione di «vivere la vita dei figli», spalanca spazi all’inedito, commenta il Papa: «Ogni figlio porta sempre con sé un mistero, un inedito che può essere rivelato solo con l’aiuto di un padre che rispetta la sua libertà.
Un padre consapevole di completare la propria azione educativa e di vivere pienamente la paternità solo quando si è reso ‘inutile’, quando vede che il figlio diventa autonomo e cammina da solo sui sentieri della vita».
15/03/2021
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