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GIORNI DELLA MERLA

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Gli ultimi tre giorni di gennaio, o gli ultimi due e il primo di febbraio, nella tradizione sono conosciuti come “i giorni della merla”. Sono tanti i racconti narrati per spiegare l’origine di questo nome, fra i tanti ve ne uno di origine storica riportata in un compendio scritto nel 1740.

Secondo l’autore, Sebastiano Pauli, tanti anni fa, dei soldati nel di mese gennaio, avrebbero dovuto trasportare sull’altra sponda del fiume Po, un gigantesco cannone di ghisa, che essendo tutto nero fu soprannominato la Merla. Essendoci tanto vento, il fiume era talmente agitato che non riuscivano in alcun modo a utilizzare le barche per portare il cannone a destinazione. I soldati, dopo tanti tentativi, si erano quasi rassegnati, ma proprio a fine gennaio, arrivò un vento così freddo che gelò tutto il fiume, creando una spessa lastra di ghiaccio. I soldati, resisi conto di ciò che era accaduto, decisero di far scivolare il cannone sul fiume ghiacciato, riuscendo a portare a termine il loro incarico. Così, per ricordare questo evento straordinario, la fine di gennaio viene ricordata con “i giorni della Merla”.

Un’altra leggenda altrettanto carina, di cui non si conosce l’origine, racconta che tanti anni fa, i merli avevano le piume di un color bianco candido, come la neve. Un anno, mamma merla per riparare i suoi pulcini dal gelo particolarmente intenso, decise di costruire il suo nido dentro un comignolo. Quando il primo giorno di febbraio, l’aria cominciò a riscaldarsi, tutta la famigliola decise di uscire ma, a causa della fuliggine, le loro piume si colorarono tutte di nero.

In realtà il piumaggio delle femmine e dei giovani merli, è piuttosto bruno scuro, mentre i maschi da adulti tendenzialmente hanno le piume tutte nere.

Tradizionalmente si crede che: se il 29, 30 e 31 gennaio risultano essere giorni particolarmente freddi, la primavera che verrà, sarà calda e rigogliosa. Al contrario, se “i giorni della merla” sono caratterizzati da una temperatura più mite, la primavera arriverà in ritardo e tutta la natura ne soffrirà.

31/01/2021

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