Si è conclusa la lunga edizione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020, che si sarebbe dovuta svolgere lo scorso anno, ma a causa della pandemia, il Comitato olimpico, decise di rinviarla a questa estate.
L’evento, come di consuetudine, è iniziato con le Olimpiadi, per poi, dopo una breve pausa, concludersi con le Paralimpiadi. La manifestazione sportiva è terminata con spettacolari fuochi d’artificio, che hanno ricoperto lo Stadio Olimpico di Tokyo.
Durante la cerimonia conclusiva, il portabandiera azzurro è stato l’atleta più giovane Matteo Parenzan, quattro volte campione italiano di tennistavolo. Per l’Italia è stata la “Paralimpiadi dei record”, classificandosi al nono posto, è tornata a casa con 69 medaglie: 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi.
La delegazione azzurra non vinceva così tanto dal 1988 a Seul, quando si aggiudicò 58 podi. In realtà, alla primissima edizione dei Giochi Paralimpici di Roma, nel 1960, gli atleti vinsero 80 trofei, ma al tempo la competizione veniva svolta in maniera del tutto differente, e per questo non viene presa in considerazione come termine di paragone.
La specialità in cui ha l’Italia ottenuto maggiore soddisfazioni è stato il nuoto, vincendo 39 premi. Ma tra tutte le competizioni emozionanti, ce n’è una che sarà indimenticabile: l’ultima gara nell’atletica femminile dei 100 m, nella categoria T63, dove a gareggiare sono le sportive a cui è stata amputata la gamba sopra il ginocchio.
La corsa nei 100 m ha segnato un record nel record: non solo è stato stabilito il primato mondiale di 14,11 secondi, ma sul podio sono salite tre atlete azzurre: Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contraffatto.
07/09/2021
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