No alla competitività
Molti genitori usano lo sport per insegnare a “vincere nella vita”. Questo approccio deve considerarsi demenziale. Se il bambino recepisce il messaggio (ed è molto facile che lo faccia perché non ancora in grado di sottoporre a vaglio critico gli input che arrivano dai genitori), diventerà probabilmente un violento, un apparente, un furbastro pronto a puntare sempre e soltanto sul risultato. La sua autostima sarà basata solo sui risultati che ottiene e, se non vengono, ecco che diventerà un debole, insicuro e fragile.
No all’eredità
Più genitori di quanti si pensi riversano nello sport il miraggio di sfuggire alle loro frustrazioni, cercano di far realizzare ai figli quello che a loro è sfuggito. Si pensi alla madre sempre bocciata ai concorsi di bellezza che fa della figlia una macchina da concorso e che farebbe di tutto per vederla trionfare. Nello sport può accadere qualcosa di simile. Il genitore forza il bambino a praticare un determinato sport (il “suo”, anche se il bambino ne preferirebbe un altro) e investe tempo e risorse (per esempio un allenatore) per creare il suo campione. Se il bambino diventerà un adolescente inibito continuerà la sua strada verso un comunque improbabile successo, diventando a sua volta probabilmente un insoddisfatto pronto a passare il testimone ai propri figli. Se invece avrà una personalità forte si ribellerà al genitore, nauseato da uno sport che non sente suo.
No al tifo
Dei tre errori questo è il meno grave, ma anche forse quello presente in ogni genitore che non riesce a vedere i suoi figli in modo distaccato, obiettivo (ogni scarrafone è bello ‘a mamma soja). Così può capitare che il genitore diventi un penoso tifoso che insulta arbitri e guardalinee in una partitella fra bambini o quello che taccia di incapacità un allenatore di uno sport di cui lui non capisce nulla perché non lo ha praticato nemmeno una volta.
Da un punto di vita pratico, una sopravvalutazione delle possibilità può portare il genitore a passare sopra a carenze scolastiche o a difetti caratteriali del bambino, “tanto diventerà un campione”.
09/04/2020
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