È tempo di vacanze, e saranno in tanti a recarsi nella meravigliosa Sicilia, ricca non solo di arte, storia e cultura, ma anche di una vastissima varietà di piatti culinari, che rappresentano una vera attrazione. Tra le tantissime gustose prelibatezze, vi è un prodotto in particolare, che da sempre è al centro di un’accesa diatriba su quale sia il vero nome, soprattutto fra Palermo e Catania: “arancina”, per i primi mentre per i secondi, è “arancino”.
Nel tentativo di mettere fine alla discussione, è intervenuta l’Accademia della Crusca, la quale, facendo una ricerca nel passato, ha evidenziato che in realtà non vi siano fonti certe su come, il timballo di riso a forma sferica, venisse chiamato in antichità. Nel primo dizionario siciliano, risalente al 1857, l’unico termine che appare in riferimento ad un “prodotto a forma sferica fatto di riso, addirittura dolce”, era “arancinu”.
Solo successivamente, ne venne proposta una versione salata, che è diventato il protagonista di animate discussioni. Quindi, si può concludere che: chi utilizza il termine con la ‘A’ finale, vuole indicare la crocchetta siciliana che ricorda una grossa arancia, mentre chi lo utilizza con la ‘O’ finale, parla della palla a punta, che per i Catanesi ricorda l’Etna.
08/07/2021
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