La metafora del sasso nello stagno è uno dei passaggi più rappresentativi di quel grandissimo inventore di storie che è stato Gianni Rodari. Si trova nella sua Grammatica della fantasia, miniera stracolma di giochi e idee per inventare storie, per entrare dentro le parole o sorridere delle connessioni più strane, per dare libertà al pensiero.
È anche molto utile riflettere sul fatto che il nostro cervello si è evoluto in modo tale da essere sollecitato dalle narrazioni, dalle storie che in qualche modo riescono a coinvolgerci anche emotivamente.
Ascoltare un semplice elenco di informazioni attiva principalmente le aree dove si elabora il significato delle parole, mentre quando le stesse informazioni sono narrate il nostro cervello si comporta come lo stagno di Rodari: crea un numero di connessioni maggiori e attiva anche le aree connesse alle emozioni.
Tre diversi modi per osservare da punti di vista il sasso nello stagno: quello della scienza che diventa esperienza, gioco e narrazione; poi quello delle relazioni, dei ricordi, delle connessioni personali e della loro interpretazione; infine, quello più logico enigmistico, che può dare vita a una storia finale.
Tre attività che hanno al centro le parole, i loro usi, la loro forza, e che, per finire, ci fanno pensare a una frase fondamentale di Gianni Rodari: «Tutti gli usi della parola a tutti non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo».
24/05/2021
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