A “Carnevale ogni scherzo vale” e se i burloni amano fare scherzi di ogni genere, non sempre apprezzati da tutti, c’è una cosa che tutti i bambini amano: i coriandoli. Lanciarli nell’aria, vederli ricadere al suolo e osservare la scia di colori che lasciano per terra, provocano un’inspiegabile sensazione di gioia e allegria.
Ma chi ha inventato i coriandoli? In realtà sono ben due le persone che ne rivendicano la paternità, ma non sono mai riusciti a dimostrare chi fosse stato a lanciare il primissimo in aria. Entrambi italiani e molto orgogliosi della stravagante invenzione relativamente moderna, infatti, entrambi sono nati intorno al 1860.
Uno di loro, l’ingegner Ettore Fenderl, fu davvero un inventore e visse fino a 104 anni. Nella sua vita, fece cose molto più importanti dei coriandoli come, per esempio, a Vienna progettò una delle prime metropolitane del mondo e condusse studi sulla radioattività. Si racconta che da ragazzo, quando aveva quattordici anni, non avendo i soldi per comperare i gessetti e i confetti da lanciare, decise di sminuzzare la carta in tantissimi pezzettini, cominciando così a lanciarli dal balcone di casa. L’idea piacque tantissimo a tutti, così che iniziarono a produrli e a venderli.
L’altro signore invece, Enrico Mangilli, imprenditore nel campo della seta, ebbe l’idea di utilizzare i dischetti di scarto dei fogli usati per allevare i bachi da seta. Anche quest’ultimo, nella sua vita realizzò cose molto più prestigiose dei coriandoli o delle stelle filanti, la cui invenzione è attribuita allo stesso Mangilli. Il nome ‘coriandolo’ ha origini molto più lontane, risalenti al Rinascimento, quando Giovanvettorio Soderini, signore del tempo, iniziò a ricoprire di zucchero i semini di coriandolo, la spezia usata anche per cucinare.
09/02/2021
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