Quante volte ci siamo trovati davanti ad un bambino che ci chiedeva il perché di tutte le cose in un susseguirsi interminabile di domande: ”Perché il sole è giallo e il cielo è blu? Perché il gatto fa miao e il cane fa bau?”
Significa che i nostri bimbi stanno attraversando la fase dei perché, di sicuro intorno ai due o tre anni, spinti dal gioco delle curiosità, ogni adulto nei paraggi viene preso di mira e sottoposto a una raffica infinita di domande concatenate, degne dei migliori quiz show televisivi.
La fase dei perché dipende dallo sviluppo del linguaggio e, di conseguenza, si manifesta differentemente da bambino a bambino.
Generalmente dalla fine dell’ultimo anno di nido quindi, e può proseguire anche fino ai sette e agli otto anni .
Le proprietà di linguaggio e la capacità di comprensione devono essere abbastanza spiccate, ma almeno in una prima fase si fa riferimento soprattutto anche al rapporto con gli adulti, ovvero alla capacità di interagire con i grandi, dimostrando di essere più o meno timido.
Idealmente potremmo dividere la fase dei perché in due parti : la prima in cui l’adulto rappresenta l’unico riferimento per il piccolo, mentre nella seconda, intorno ai sei anni, in cui i grandi diventano l'oggetto della sfida con cui misurare la propria conoscenza, magari prendendo di mira il proprio amichetto più grande o un cuginetto22/12/2020
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