Guido Castelli Gattinara, Presidente Sitip, Società Italiana di Infettivologia Pediatrica, e Giangiacomo Nicolini, specialista in malattie infettive all’Ospedale San Martino di Belluno, ritengono che, analizzando “tutte le indagini effettuate in vari Paesi del mondo, dimostrano che la trasmissione del Covid-19 avviene quasi sempre altrove e all’interno delle famiglie e gli studi in ambito scolastico, mostrano una bassa trasmissibilità nella scuola. Ecco perché gli asili e le scuole primarie possono rimanere aperte, con le opportune precauzioni e raccomandazioni di legge per la prevenzione dell’infezione da Sars-CoV-2, anzi devono farlo, data la loro importanza fondamentale per l’educazione e la socializzazione dei bambini”. Secondo i risultati di una ricerca guidata dalla Società Italiana di Pediatria, Sip, e dalla Sitip, valutando più di 50 Centri Clinici infettivologici italiani, è stato rilevato che risulta esserci uno schema preciso della manifestazione del Covid-19 in relazione all’età. “Mentre i bambini sotto l’anno presentano più frequentemente tosse e rinite, i ragazzi più grandi, in età adolescenziale e preadolescenziale, hanno sintomi più tipici a quelli dell’adulto: alterazioni del gusto e dell’olfatto, vomito, mal di testa e dolore toracico”. I bambini con età compresa fra i 3 e i 6 anni, tendenzialmente sono asintomatici, ma come accade tra gli adulti, si ammalano maggiormente i bambini che hanno delle patologie. La motivazione per cui i più piccoli ammalano con una minore percentuale e che comunque non manifestano i sintomi, non è ancora stata trovata, ma la teoria che possano avere delle difese immunitarie più forti, prende sempre più piede. Degli studi internazionali hanno evidenziato che solo l’otto per cento dei bambini sono i “carrier” del Covid-19, e questa percentuale è troppo bassa per sostenere che i bambini siano i maggiori portatori sani del virus.
01/12/2020
Inserisci un commento