Ieri tra le bombe, la disperazione di un popolo invaso dalla bieca violenza, tra la gente che per sfuggire alla morta si è rifugiata sotto i tunnel della metropolitana di Kiev, una vita che irrompe trionfa a dispetto di tutto, una mamma che ha dato alla luce un bimbo, una luce che trionfa e illumina la speranza.
La vita non aspetta, e tra i pianti disperati del popolo ucraino terrorizzato dalla guerra, tra i suoni delle sirene che annunciano le bombe irrompe un pianto, quello di una nuova vita che saluta il mondo.
E intanto gli uomini combattono al grido di resistere, resistere, resistere per riprendersi la libertà, una libertà di un popolo usurpato della sua terra da parte di una potenza quella Russa che ha invaso le città dell’Ucraina
Uomini ma anche donne hanno impugnato i fucili al fianco dell’esercito ucraino, anche solo armati di armi improvvisate per difendere i propri fratelli e sorelle, per difendere un popolo che anche se eterogeneo, con differenti religioni e culture si è compattato diventando un unico cuore che cerca di fronteggiare l’invasione ordinata da una tirannia , una minoranza di oligarchi che non rappresentano certamente neanche il popolo Russo che invece ha dimostrato sfidando le autorità, e rischiando pesanti ripercussioni, attraverso manifestazioni e messaggi social solidarietà al popolo ucraino e urlando il proprio no alla guerra.
Questa guerra di invasione ingiusta e bieca deve essere fermata, per quella vita che nasce, e per tutte quelle vita spezzate di donne e uomini ucraine minacciate dalle bombe, e il mondo tutto non può ignorare questo crimine all’umanità, deve trovare il modo per fermare questo orrore prima che sia troppo tardi
27/02/2022
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