Le processioni che si animano nei vari periodi dell'anno portano in se una carica devozionale enorme accompagnata da una teatralità degna del migliore teatro mondiale. Si vedono girare a spalla di uomini, spesso armati da una forza sovrannaturale, veri e propri altari maestosi, con in testa un fercolo o una reliquia di un Santo, che veglia sulle cittadine che lo accolgono e sulla popolazione che lo venera.
Una forma rituale, fra il sacro ed il pagano, che vede una popolazione che inneggia il Santo patrono e che gli affida le preghiere, che per intercessione arrivino al cielo.
Un aspetto particolare di queste processioni, che spesso troviamo nelle piccole realtà, rappresenta il più alto atto devozionale che viene dal cuore dei bambini.
Come piccoli angeli i pargoletti, di un'età compresa tra i 5 e gli 8 anni, vengono issati da funi robustissime per volare da un balcone all'altro e fermarsi a recitare la loro semplice preghiera sulla testa del Santo. Non è difficile commuoversi nel sentir loro recitare una cantilena, propria di questi piccoli amici, che valorizzano la semplicità degli angeli che impersonano.
Una molto singolare che mi è capitato spesso di vedere è quella che a Baucina (PA) rappresentano in onore di Santa Fortunata, dove quasi un chilometro di devoti in costume raccontano la passione della Martire, e in due punti ben precisi del paese vedono fermare il simulacro, sul quale volteggiano gli angioletti che dopo aver dedicato i versi alla “Vergine Beata”, fanno gridare al popolo: “W Santa Fortunata!”
21/12/2020
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