Vito nasce a Mazara nel III secolo e oggi è l’unico siciliano a fare parte dei quattordici “santi ausiliatori”, una squadra di santi che si invoca in situazioni particolari. Nasce nel periodo di Diocleziano, l'imperatore delle più importanti condanne capitali, il persecutore dei cristiani, una delle maggiori cause di martirio della storia.
Per mano sua vengono martirizzati, oltre che San Vito, Sant’Agnese, San Cosma e Damiano, Sant’Erasmo, Santa Lucia e San Pancrazio.
San Vito si rende capace di molti prodigi, uno singolare riguarda dei pastori di Regalbuto che incontra durante un cammino e vedendoli disperati perché dei cani avevano sbranato il loro figlioletto, si fa restituire i resti del pargoletto dai cani e, ricomposto il corpo, lo restituisce vivo ai genitori.
Ma quello che lo rese più famoso avvenne a Strasburgo nel 1518. Accade che, un giorno come un altro dell’estate di quell’anno, una donna di nome Troffea, uscita di casa e di punto in bianco si fosse messa a ballare. All’inizio sembrava solo felicità, ma quando si accorsero che i gesti della ragazza erano incontrollati e continui, si proseguì con le più disparate teorie, che passavano dalla malattia alla possessione.
Tra gli spettatori di questo assurdo spettacolo si trova pure uno scrittore di nome Sebastian Brent che rimase talmente impressionato dalla scena che nel suo libro “La nave dei folli” (1549) dedica un capitolo a questo pazzo evento che passerà alla storia come “la piaga del ballo”.
Perché quello di Troffea non rimase un caso isolato, insomma in men che non si dica Strasburgo si riempe di ballerini impazziti. Dotti, medici e sapienti vengono convocati nel palazzo del sindaco perché qualcuno azzardi una soluzione. Anche in questo caso stuoli di “virologi” ne spararono di tutti i colori finché l’importante convegno non si risolse con una assurda tesi: siccome il morbo è causato dal surriscaldamento del sangue nel cervello, non rimane che lasciarli sfogare fino a che non cadano a terra esausti.
Le cose purtroppo non vanno sempre come sperato, dopo giorni e giorni di ballo senza sosta le persone cominciarono a morire di arresto cardiaco e di stanchezza.
Le autorità allora si trovano all’ultima spiaggia e con la forza riescono a convogliare tutti i ballerini fino ed esiliarli nelle colline fuori Strasburgo. In una di queste colline, il caso vuole, ci sia una grotta con all’interno un santuario dedicato proprio al nostro San Vito, non a caso patrono della danza.
Forse volutamente o forse casualmente si mettono a fare girotondo attorno a una sua statua di legno come se si trattasse di un rituale. Ebbene signori, San Vito liberò Strasburgo dal morbo del ballo nel giro pochi giorni.
05/01/2021
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